Lo scandalo Dieselgate
Sono trascorsi sei anni da quando, il 18 settembre 2015, l’Agenzia statunitense per la protezione ambientale, dopo approfondite verifiche sui livelli di gas inquinanti rilasciati da alcuni autoveicoli, ha emesso nei confronti del gruppo Volkswagen un avviso di violazione delle norme sulla qualità dell’aria. Nasce così lo scandalo Dieselgate, destinato a diffondersi anche in Europa e travolgere alcune fra le più grandi case automobilistiche del mondo, condannate a pagare sanzioni e risarcire danni milionari.
Eppure, ancora oggi, gli illeciti accertati rappresentano solo una minima parte di quelli effettivamente commessi: non siamo che alla punta di un iceberg.
Ma mentre in America molte iniziative legali sono state intraprese e si sono già concluse con sanzioni e risarcimenti milionari, in Europa le case automobilistiche non sono ancora state chiamate a rispondere delle frodi commesse e i danni patiti da milioni di automobilisti aspettano ancora di ricevere giustizia.
Molti consumatori, infatti, non hanno ancora fatto valere i propri diritti e molte tecniche di manipolazione delle immissioni utilizzate dalle case automobilistiche non sono ancora state scoperte e sanzionate.
In Italia, in particolare, la battaglia contro i colossi dell’automotive è solo all’inizio: la recente sentenza con cui il Tribunale di Venezia ha condannato il gruppo Volkswagen a risarcire 63.000 consumatori rappresenta un primo tentativo di fare giustizia.
Ma milioni di automobili sospettate di essere inquinanti di tutte le case automobilistiche continuano a circolare per le nostre strade!
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